Lo scorso anno in Italia si è registrata una solida attività di investimento e una forte vivacità nel numero di transazioni annunciate. Sono state chiuse circa 1210 operazioni con target in Italia, sostanzialmente in linea con il 2022, per un controvalore pari a58,6 miliardi di euro, secondo l’ultimo EY M&A Barometer – Review 2023 e Preview 2024 (si veda altro articolo di BeBeez), dopo i 93,7 miliardi e le 1301 operazioni del 2022 (dati rivisti rispetto ai preliminari diffusi a gennaio 2023, si veda altro articolo di BeBeez). Allo stesso modo le regioni del Nord Est e l’Emilia-Romagna, almeno per quanto riguarda il numero dei deal, hanno mostrato una buona tenuta, mantenendo nel primo caso, con 270 operazioni, lo stesso livello di attività dell’anno prima e, nel secondo caso, con 189 operazioni, registrando soltanto un lieve calo. Lo ha raccontato a BeBeez Luciana Sist, EY Private Strategy & Transactions Leader, in occasione della prima puntata di EY M&A Compass, l’approfondimento sul mercato m&a italiano sviluppato da EY insieme a BeBeez.
Domanda. Quanto ha pesato l’attività nelle due regioni sul totale dell’m&a in Italia lo scorso anno?
Risposta. Il Nord Est, inteso come Veneto, Friuli e Trentino-Alto Adige, ha rappresentato circa il 20% del totale delle operazioni m&a condotte a livello nazionale, mentre l’Emilia Romagna circa il 14%. Le transazioni da noi mappate includono sia operazioni in cui l’azienda acquisita è situata nella regione in questione sia transazioni che coinvolgono società acquirenti basate nella regione che hanno acquisito nel resto d’Italia.
D. Come sono distribuite le transazioni che avete mappato in Nord Est?
R. Del totale di 270 transazioni mappate nel Nord Est, 174 operazioni riguardano aziende acquisite nella regione, mentre le altre transazioni riguardano società acquirenti basate in Veneto, Friuli e Trentino che hanno acquisito nel resto d’Italia (59 transazioni) e all’estero (37 transazioni). Più nel dettaglio, le 270 transazioni hanno visto coinvolte 192 società in Veneto, 40 in Friuli e 38 in Trentino. Rispetto al 2022 è cambiato il numero di transazioni condotte all’estero da parte di società basate a Nord Est, che è raddoppiato, passando da 20 a come detto 37, mentre le acquisizioni di società situate nel Nord Est sono leggermente diminuite, scendendo da 192 appunto a 174, tra il 2022 e il 2023.
D. E quelle in Emilia-Romagna?
R. Nel corso del 2023 il territorio dell’Emilia-Romagna ha annunciato come detto 189 operazioni di m&a, di cui 97 deal relativi ad aziende target situate in Emilia-Romagna (dai 140 deal del 2022) e il resto relativo ad acquisizioni condotte da aziende con sede in Emilia-Romagna su società target situate nel resto d’Italia Italia (67 dalle 54 nel 2022) e all’estero (25 da 15).
D. Quale è stato il peso degli acquirenti esteri nelle due regioni?
R. Il 78% delle transazioni mappate per il Nord Est è avvenuto ad opera di acquirenti italiani, il 15% da parte di società europee (principalmente tedesche e francesi). Le transazioni residue si dividono tra acquirenti basati negli Stati Uniti, Cina e Far East. Quanto all’Emilia Romagna, il 62% delle transazioni è avvenuto a opera di acquirenti italiani, il 23% da parte di società europee (principalmente francesi, austriache, svedesi e svizzere). Le transazioni residue si dividono tra acquirenti per lo più basati negli Stati Uniti e in Giappone.
D. Quale è stato invece il peso degli investitori di private equity rispetto a quello degli investitori strategici?
R. In entrambe le regioni è stato preponderante il peso degli acquirenti strategici. In particolare, nel Nord Est quasi l’80% delle transazioni è avvenuto a opera di acquirenti corporate, con il rimanente 20% da parte di investitori finanziari. Un po’ più alta è stata la percentuale dei deal a opera dei fondi in Emilia-Romagna, che si è attestata al 30%. In entrambi i casi si tratta di percentuali inferiori al 40% calcolato per l’intera Italia.
D. E sul fronte dei settori di interesse?
R. Dal punto di vista settoriale, il comparto industriale detiene il primato nel Nord Est, con 90 transazioni, seguito dal settore dei prodotti di consumo con 42 operazioni. Il settore tecnologico si posiziona al terzo posto con 23 transazioni, a seguire l’energia e le utilities con 18, mentre le rimanenti operazioni appartengono ad altri comparti, quali life science, business service e così via. Il comparto industriale detiene il primato anche in Emilia-Romagna con 81 transazioni, seguito dal settore dei prodotti di consumo con 22. Il settore tecnologico e il settore dei business services si posizionano a pari merito al terzo posto con 20 transazioni, a seguire il life science con 16, mentre le rimanenti operazioni appartengono ad altri comparti, quali energy & utilities e servizi finanziari.
Per dare qualche esempio di operazioni importanti nel Nord Est, si segnala la cessione della maggioranza del capitale di Vetrerie Riunite (da Sun Capital a Teak Capital e Tangor Capital), di TMCI Padovan (da Synergo a Investindustrial), di Pratic F.lli Orioli (dai fratelli Orioli a PAI), di Cicli Pinarello (da parte di L Catterton a un family office estero), di LimaCorporate (passata dal fondo svedese EQT a Enovis), l’ingresso nel capitale di Labomar da parte del fondo Charterhouse, la cessione di una quota di minoranza di Nice a FSI. Molto attivi sono stati anche i fondi private equity e family office basati proprio nel Nord Est: Palladio Finanziaria, Alcedo, Uturn Investments, Itago, Red Circle, Veneto Sviluppo, Friulia, che hanno messo a segno una decina di transazioni nel territorio italiano La transazione più rilevante all’estero è stata condotta infine da De’ Longhi che tramite una business combination tra Eversys (Svizzera) e La Marzocco (con sede negli Usa) ha creato un polo delle macchine professionali del caffè.
Infine, per quanto riguarda l’Emilia Romagna, si ritrovano la cessione della minoranza del capitale di IMA a BDT & MSD Partners, la cessione di Arag al corporate americano Nordson, l’ingresso nel capitale di Granarolo da parte di Cassa Depositi e Prestiti e Enpaia, l’ingresso del fondo HIG Capital nel capitale di Pinalli e l’acquisizione del gruppo Spaggiari Parma da parte di Ambienta. Le società dell’Emilia più attive all’estero sono state Interpump e le due farmaceutiche Chiesi Farmaceutici e Alfasigma.